1.3

 


Continui a camminare, guardando avanti ma gettando occhiate furtive allo sconosciuto, sempre più furtive man mano che ti avvicini (non si sa mai come possa reagire…).
Ad un tratto la figura si stacca dal muro e muove il passo verso di te, lentamente: ma non hai il tempo di allarmarti che ti accorgi che è una ragazza, e ti sta sorridendo. Le sue mani, è vero, sono nascoste sotto la mantellina, ma lo sguardo e l'atteggiamento appaiono sinceri e il suo viso, sempre più vicino, ti ricorda vagamente qualcosa di positivo. Quando arrivate uno di fronte all'altra hai sciolto molte delle tue riserve e reagisci senza troppa diffidenza al suo saluto: "Ciao, sono Linda, forse ti ricordi di me?". Stringi la sua mano protesa e facendo il tuo nome rispondi: "Ma… non proprio, come ci conosciamo?" "Beh, in effetti è passato troppo tempo… Anch'io non ti avrei riconosciuto, se non sapessi che sei proprio tu".
La guardi con aria interrogativa, giusto il tempo che lei ti riveli "Eravamo all'asilo insieme! ". Cerchi nella memoria un ricordo del nome, ne osservi più attentamente il volto, ma non ti viene in mente nulla di preciso. I suoi occhi verdi ti guardano sgranati, come in attesa di un improvviso riconoscimento. "Avevamo la maestra Petra" aggiunge, come per darti un altro elemento.
"Petra Cuore-di-pietra!" esclami, improvvisamente illuminato da un ricordo che avevi rimosso. "Sì, la chiamavamo così!" conferma lei, ed entrambi scoppiate in una risata.

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