Vi siete appena inoltrati nel folto degli alberi, lasciando alle spalle il sentiero pedonale che circonda il lago. Un torrente entra ed esce dal laghetto stesso, probabilmente creato artificialmente molto tempo prima. Potrebbe essere proprio il torrente dove tu e il nonno andavate a pescare. Lo tenete come punto di riferimento, camminando e guardandovi intorno con crescente trepidazione. La mappa non può mentire, il casotto comparirà da un momento all'altro…
Vi muovete con circospezione sul terreno malfermo, scivoloso di umidità e foglie, interrotto da arbusti e rami caduti. Linda è qualche passo davanti a te, si muove con agilità scartando gli ostacoli e tu la segui quasi incantato. Sarà l'atmosfera del bosco, sarà l'emozione della ricerca che ti fa tornare bambino, sarà l'inconscia memoria di questo posto…
A un tratto Linda si volta e ti indica qualcosa più avanti. "Una rete? E adesso come facciamo?" constati.
"Se vuoi possiamo fare il giro per vedere fin dove arriva, ma secondo me è meglio scavalcarla. Perché guarda là, gli alberi si diradano!" dice lei indicando oltre la rete.
È vero, c'è una zona più luminosa, dev'essere proprio la radura dove sorge il casotto! Se è così poco male, state entrando nella proprietà della tua famiglia, non è certo un reato. Linda sta già saggiando il ramo di un albero con cui fare leva e in un attimo è saltata sopra la rete. Sembra abituata a questo tipo di ginnastica; la guardi ammirato mentre sposta l'appiglio più in là e si prepara a saltare dall'altra parte. Ma l'atterraggio riserva una brutta sorpresa: trattenendo a stento un grido Linda scivola sul terreno, e si aggrappa istintivamente alle maglie della rete.
Corri verso di lei, che rialzandosi si stringe il braccio sinistro con una smorfia di dolore. Un pezzo di fil di ferro deve essere fuori posto (in effetti la rete sembra piuttosto vecchia…) perché la manica della maglia si è strappata. "Aspetta lì, arrivo!" esclami.

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