Siete seduti per terra a fare il punto della situazione.
Linda cerca di capire come tu possa essere finito nel mirino dell'O.P. "Pensa a quello che hai fatto dopo che ci siamo visti. Sei sicuro di non averne parlato con nessuno?"
"Ma no, ti giuro"
"E non hai fatto niente di strano?"
Non ti viene in mente proprio nulla, sei stato molto attento a non dare nell'occhio. Non ti spieghi come possa essere successo.
"Eppure in qualche modo li hai insospettiti. E non può essere per qualcosa che hai fatto prima di incontrarci, sei sempre stato una persona irreprensibile"
"E tu come fai a saperlo?" le chiedi, quasi piccato. Poi realizzi tu stesso: "Mi seguivi! Mi hai spiato, tu o i tuoi amici!" esclami sconvolto.
"Beh, un po' di informazioni le abbiamo prese, dovevamo capire se fidarci, come approcciarti… Aspetta, non arrabbiarti; era anche un modo per capire come contattarti senza metterti nei guai, proprio perché sei una persona onesta".
"E che me ne faccio adesso? Come mi puoi aiutare?". Stai cedendo all'amarezza e alla disperazione, ma Linda ti prende la mano e ti sprona a risollevarti: "Guardami! Ora concentrati su tutto ciò che hai fatto dopo il nostro incontro, ripercorri le giornate".
Elenchi a voce alta tutti gli avvenimenti che ricordi: il ritorno in auto, la notte agitata, la vana ricerca del libro a casa dei tuoi, il ritorno al lavoro lunedì, la solita routine e… una cosa strana, sì, il colloquio con lo psicologo aziendale.
"Cosa?!" qui ti interrompe Linda. "Mi stai dicendo che sei stato chiamato dallo psicologo per un colloquio?". Intuisci che si tratta di un'anomalia più pericolosa di quanto l'avessi valutata. Cerchi di minimizzare, in fondo dalla seduta non era emerso niente di rilevante, pensavi la cosa fosse chiusa lì… "Purtroppo no. Quando entra in gioco uno psicologo, si viene subito segnalati all'O.P." ti rivela la tua amica.
Protesti la tua innocenza, ma capisci tu stesso quanto sia inutile… non sono solo fantasie di un gruppo di esaltati, è la verità ed ora lo stai provando sulla tua pelle! Per qualche comportamento un po' strano agli occhi di tua madre – tua madre!! – sei diventato immediatamente un ricercato, senza se e senza ma. Stai per cadere nella disperazione ma Linda ti lancia un appiglio: ti ricorda che il vostro obiettivo è trovare il casotto dei nonni, altrimenti tutto sarà stato vano.
Tu cerchi di concentrarti sul punto, ma avresti mille domande da farle su cosa ti aspetta, su dove andrai stasera (non puoi certo tornartene tranquillamente a casa)… "Quel libro è davvero così importante, per avere questo prezzo?" le chiedi. In fin dei conti non sai nemmeno esattamente cosa ci sia scritto, né a cosa serva.
"Capisco che ora tu voglia saperne di più, ma comprenderai tutto quando ce l'avremo in mano. Io stessa non l'ho mai letto, ma sono sicura della sua importanza" risponde Linda, e dopo un attimo di esitazione prosegue: "E' l'autore stesso, Kandinsky, ad averlo appurato e ad aver lasciato testimonianze del suo enorme potere. Adesso ti sembra assurdo, ma credimi, quel libro sarà la nostra salvezza. Se tutto va bene, forse potrai dimenticare questa brutta situazione e tornare alla tua vita. Anzi, sarà ancora meglio".
È quel "forse" che ti preoccupa, ma il suo discorso suona così fiducioso e determinato da contagiare anche te. "E allora troviamolo, questo libro; ormai cos'ho da perdere?" è la tua conclusione. Sì, ma come rintracciare il fatidico casotto?
"Hai dei ricordi di questo posto? Voglio dire, so che non ne avevi e i tuoi non ti hanno dato nessuna indicazione, a parte che si trova in mezzo ad un bosco; ma quando sei arrivato alla stazione ti è venuto in mente qualcosa?" chiede Linda.
"No, purtroppo no… ma poi ero così terrorizzato e di fretta, che figurati se potevo ricordarmi qualcosa". In effetti non hai tutti i torti – è quello che deve pensare Linda, visto che resta in silenzio.
Ora rifletti: qualcosa tra gli elementi che hai raccolto nel corso della storia può tornarti utile (verifica tra i tuoi "oggetti")?
Un biglietto da visita dello Shan-grill-à. Vai al paragrafo 1.58
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