…e ti appare questo disegno.

Osservi quest'accozzaglia di tondi e colori che sembrano buttati lì a caso, e la prima reazione è di disagio e rifiuto. Linda non fa commenti e anche tu stranamente non sai che dire: i tuoi occhi vagano da un forma all'altra, mentre sulla tua fronte si va incidendo un solco profondo, come se la tua mente fosse concentrata in uno sforzo interiore.
"Ma cos'è, la rappresentazione dei pianeti?" chiedi finalmente.
Linda risponde: "Io no lo so, se non ti ricordi tu che l'hai fatto…" e rimane a guardarti con aria interrogativa e un sorriso incoraggiante. La fissi per un attimo, poi torni a guardare il disegno.
Lo giri, rileggi il tuo nome come per riconfermarti che sia proprio opera tua. Certo, potrebbe anche essere che non ti ricordi nulla visto il tempo passato, e poi non sarà mica così importante, no?

Ma non è questo il caso: quell'immagine non ti è indifferente, anzi, più la osservi più ti si smuove qualcosa, ma… è un senso di nausea, che diventa sempre più palpabile tanto che cominci a sudare freddo. Cosa ti sta succedendo?? Passi il dito sul foglio, prima sul grande cerchio rosa, poi su quello centrale nero, sulla cicatrice che lo divide in due. In particolare osservare quel piccolo tondo scuro e ferito ti fa salire un groppo in gola, un dolore misto a nostalgia… Ma come può un pezzo di carta con un assurdo pasticcio infantile metterti in uno stato tale? E' ridicolo!
Sollevi il volto su Linda e con un gesto brusco allontani il foglio da te. "Beh, ok, sarà un mio disegno, ma dovevo essere proprio indietro se a cinque anni facevo ancora delle robe così, senza senso".
"Eppure un senso ce l'ha, non trovi?"

Ributti a malincuore l'occhio sull'immagine, ma non ci trovi proprio nessun significato logico, neppure a guardarla ora da una prospettiva diversa. Provi a girarla da tutti i lati, ma infatti continua a non dirti niente. Poi Linda rompe il silenzio: "Sei sicuro di non ricordarti come hai fatto a farlo?"
Scuoti la testa.
"Ma noi sappiamo… cioè, io so che questa cosa l'hai copiata da un libro" ribatte lei.

Un movimento improvviso dietro il vetro della cucina, che cogli con la coda dell'occhio, ti fa sobbalzare: alzi lo sguardo nella sala come riavendoti da un sogno, e fai tempo a notare che i due cuochi orientali ti stanno fissando – prima che ritornino alle loro occupazioni. Anche gli occhi di Linda sono stranamente intensi, troppo fissi su di te, troppo seri. E, ora che ci ripensi, la sala è ANCORA vuota: non è arrivato nessuno dei vostri compagni, e Linda nemmeno sembra preoccuparsene. Sembra che le interessi solo quel maledetto stupido disegno.

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